Aielli e i suoi murales, l’Abruzzo in moto che continua a stupirmi

I murales che colorano Aielli sono 26. Opere di giovani artisti che hanno trasformato il paese con il proprio stile e le proprie emozioni. Vi racconto tutto in questo articolo.

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Aielli e i suoi murales, l'Abruzzo in moto che continua a stupirmi

Una passeggiata di 287 chilometri che mi ha portato alla scoperta del caratteristico borghetto di Aielli, vicino Celano. Per ammirare i murales che danno alle case il tocco dell’allegria.

Aielli, il borghetto dei murales che sovrasta la piana del Fucino. Per una passeggiata che da Roma ci ha portato a visitare questo delizioso paesino.



L’appuntamento è al casello di Vicovaro. Si prende la Tiburtina Valeria ma solo dopo aver oltrepassato Tivoli e Guidonia che a trovarcisi di sabato rischiamo di tirare giù tutti i santi del calendario.

L’aria è calda, il sole non assilla, quelle giornate di settembre che quando è agosto non vedi l’ora che arrivino. Si viaggia intorno ai 27 gradi. Oltrepassiamo Arsoli e Carsoli, per prendere la variante SS Quater, strada curvilinea che costeggia diversi paesi come Tufo e Sante Marie, antico covo di briganti, celebre per il suo Briganti Film Festival, una bella striscia d’asfalto su cui si trovano tanti motociclisti perché è veramente piaceevole da percorrere (occhio nei giorni festivi e semifestivi a posti di blocco e autovelox).

Andando avanti, si arriva a Tagliacozzo, di rigore una deviazione per Cappadocia che vi sorprenderà. Dopo Scurcola Marsicana, il navigatore ci immette su una delle stradine sconquassate che al vanigatore tanto piaccioni e che nel casco ti fanno esclamare: dove minchia mi sta portanto questo aggeggio?

In realtà ha ragione perché ci evitiamo il traffico di Avezzano e ci inerpichiamo per la Marsica. Il vento abbonda, non a caso è un territorio, questo della Marsica, ricolmo di “palle” eoliche (perché pensare di risolvere il fabbisogno energetico dell’attualità esclusivamente con le rinnovabili è da… pallonari. E lo dico da direttore di un giornale dedicato alla natura e all’ambiente come Green Planet News).



La strada si fa parecchio “scoscesa” e Aielli comincia ad avvicinarsi come una cartolina che portiamo sempre più vicino al volto. Arriviamo e subito notiamo un’allegria contagiosa. Parcheggiamo le nostre valchirie ben bene, la mia Brunilde con il suo peso da maggiorata deve stare sempre ben piantata in terra come le insegne di una legione vittoriosa e cominciamo a passeggiare per il paese che è ricco di curiosi. Il sabato di settembre con questa giornata invoglia ma non c’è caos e si sta bene.

A 1030 metri, nell’area protetta del parco Sirente – Velino, Aielli, è tra i centri più elevati della Marsica. Non a caso, in epoca romana e medievale, fu luogo strategico per l’osservazione e la difesa del territorio vista la posizione strategica.



Percorrendo le sue stradine colorate, infatti, si giunge alla Torre delle Stelle, osservatorio astronomico da cui è possibile ammirare la piana del Fucino e i paesi sottostanti.

Aielli, paese che come tanti in Abruzzo, ha subito la devastazione del terremoto è risorto per merito di un progetto che si chiama Borgo Universo. Parliamo di un festival di street art nato nel 2017 con la realizzazione di alcuni murales a tema astronomico.



Nel 2019 si è trasformato in una apprezzata manifestazione che ha regalato ad Aielli una inaspettata notorietà. Una rassegna culturale che grazie alla direzione artistica di PalomArt ha registrato in pochi giorni dal suo lancio un flusso di 8.000 persone.

Camminando per Aielli, abbiamo la sensazione di vivere in un fumetto che ha il sapore del sogno. Incontriamo la guida turistica che illustra ai visitatori la storia di Aielli. Pare di stare a teatro, la guida racconta, declama, ipnotizza.

I murales che colorano Aielli sono 26. Opere di giovani artisti che hanno trasformato il paese con il proprio stile e le proprie emozioni. Street artist noti in tutto il mondo come lo spagnolo Okuda che dà il benvenuto ai turisti in visita ad Aielli con il suo portale dalle raggianti sfumature geometriche; l’italiano Millo, Zamoc e il suo murales ispirato al Mito di Fetonte in stretta connessione con il brutale terremoto della Marsica del 1915.


O ancora, lo spazio immaginato da Matlakos e la riproduzione di Fontamara di Ignazio Silone e la trascrizione del testo della Costituzione Italiana per mano di Angie Mazzulli.

Opere da ammirare e leggere con occhi attenti perché dietro ad opera si nasconde un legame con il borgo e un racconto che merita di essere scoperto. Dopo l’inevitabile pausa mangereccia, camminare mette appetito, risaliamo sulle nostre valchirie per fare ritorno a Roma.

Il vento leggero e il sole riscaldano i nostri volti. Anche il cuore sfavilla. Non solo per l’arte e la bellezza che abbiamo scoperto ma perché andare in moto è sempre un atto di grazia.

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GIORNALISTA, MOTOCICLISTA E CAMMINATORE

“Le corse in moto e il fastidio della modernità, il gusto della solitudine e il perdersi nella massa, l’ansia d’assoluto e il minuto mantenimento del presente, uomo del suo tempo eppure nato fuori tempo, asceta ed esteta”.

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